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L'IMPORTANZA DEL LAVORO (ALTRUI)

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Malgrado la mia memoria sia pessima tanto da dimenticare la maggior parte degli accadimenti poco significativi del passato, alcuni fanno eccezione, non so perché, e questo è uno di quelli. Periodo di vita e di lavoro risalenti all’esperienza in Piemonte. Fine di una giornata di lavoro e rientro a casa da Torino sud, luogo di lavoro, a Pinerolo, con il bus di linea. La mia faccia probabilmente faceva trasparire più la stanchezza che la soddisfazione, come solito; il lavoro che faccio è impegnativo, ma è una mia scelta, probabilmente anche un po’ masochistica: mi piace avere a che fare con problemi, per la soddisfazione di risolverli! Del resto è per quello che vengo pagato; e se non ne ho di miei mi vado a cercare quelli degli altri (con il loro permesso).  Salgo sul bus e ci scambiamo con l’autista una reciproca rapida occhiata e un automatico e vuoto “buonasera". Non so chi aveva la faccia più stanca…; io devo aver ritenuto la sua, se andando a sedermi ho pensato: “Hai visto

LA "MIA" PRIMA SBORNIA!

Lavoro per una multinazionale e si prospetta la mia prima trasferta in Russia, come responsabile della parte meccanica per un grosso progetto. Più volte mi era capitato di sentire dai colleghi che queste esperienze in Russia prevedono anche una parte finale “celebrativa” fatta di mangiare, ma soprattutto bere, nella fattispecie a vodka e che non ci si può esimere. Sono un astemio totale (manco birra, ne soft-drink, ne vino prendo in considerazione, figuriamoci superalcolici…), non mi passa nemmeno per la mente dover “partecipare” ad una bevuta del genere, per cui lo specifico al responsabile del team, chiedendo se potesse essere un problema; e lui: “Potrebbe…”. “Ok, allora troviamo la soluzione, perché non voglio essere fonte di problemi: o mi rimpiazza qualcun altro in questa trasferta, o quando ci sarà “l’evento” mi si avvisa prima e io non parteciperò, perché starò male; potrò avere il diritto di stare male una sera, no?”. Si dice d’accordo per questa possibilità. Si va, scalo a Mo

SCIOPERO!

Chissà perché ieri nella lunga salita in solitaria in mountain bike mi è tornato in mente questo ricordo… Nell'ultimo periodo della mia prima esperienza lavorativa seria (anni '90), l’azienda non navigava in buone acque; se per vari anni aveva fatto parte di un ente parastatale, con le agevolazioni e privilegi che ne conseguivano, era stata poi venduta ad un imprenditore del nord che non aveva ne vocazione ne interessi nel ramo in cui questa operava. Le commesse, comunque calate, era più conveniente per lui farle realizzare fuori e tenere buona parte dei dipendenti, soprattutto quelli operanti nella manifattura, in cassa integrazione, tanto pagava lo Stato. Visto il perdurare della situazione, con la cassa che si protraeva da molti mesi, sempre ad interessare gli stessi, i sindacati organizzano uno sciopero di un paio di ore, per un dato giorno, a partire dalle 9. Il giorno prima uno dei più sinistrorsi dell’ufficio (una mia definizione personale, nulla contro quelli di sinistr

IL MIO EX NEMICO

(tratto dal mio blogbike - Aprile 2008) E' un sabato mattina di aprile e ho in programma una capatina sulla catena montuosa che delimita a sud, la conca ternana. Come mia abitudine, come porta di accesso verso questa, sfrutto quello che per me è il miglior compromesso tra rapidità nel raggiungerla e tipologia di strade, per cui, al fine di includerci in mezzo un po’ di sterrato, opto per la strada di Fiaiola. La tappa di avvicinamento include il superamento di una bassa catena collinare verso il cui culmine, c’è il mio “nemico”; un grosso pastore maremmano, a guardia di un grande casolare, che si distingue dagli altri per la sua aggressività. È il cane che meglio conosco, visto che sono dieci anni che ci “frequentiamo”, passando da lui più volte ogni anno; le prime volte mi terrorizzava proprio, pur dietro il suo recinto: quando arrivavo all’altezza del casolare, lungo una discreta salita sterrata, sembrava indemoniato, pareva che volesse abbattere la recinzione. Abbaiava in una ma

ANDREA COMPIE 13 ANNI (e non ha il cellulare!!!)

 Riciclo una mia chiacchierata vecchia di un anno, scritta sul mio blog (sapete… le mode… fino allo scorso anno andavano per la maggiore i blog, quest’anno i social network…); siccome il tutto ancora calza perfettamente,  mi sono limitato ad aggiornare il solo valore numerico, (12 che cambia in 13) lasciando intatto tutto il resto. Premessa: Mi scuso se posso aver dato l'impressione di voler dare lezioni di vita; ero stato indeciso fino all'ultimo se scrivere quanto di seguito oppure no, in quanto è un argomento che trovo un po' antipatico, perchè, inevitabilmente, si andranno a tirare fuori dei paragoni, tra la categoria figli in generale e i propri, perchè alla fine lì stanno concentrate le proprie esperienze, mentre più sommariamente, quando si va a parlare della categoria generale figli, ci si basa su quelli che si è abituati a vedere intorno, principalmente nel nostro quartiere, ma anche spaziando a più ampio respiro, in città, nella regione e, senz'altro più limit

QUELLI CHE HANNO VISTO L'ORSO

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L'estate '96 è alle porte. Entro la fine di quest'anno nascerà nostro figlio. Mia moglie Giuliana è al terzo mese di gravidanza. E' in pratica una delle ultime occasioni per compiere un'escursione in montagna, di cui siamo amanti. Poi chissà quando se ne riparlerà. Per "concludere" in bellezza decidiamo di fare una trasferta di due giorni al Parco Nazionale d'Abruzzo, dove Giuli non è mai stata. Opto per due tra i più bei sentieri del parco, con meta Forca Resuni: uno, per salire fino al rifugio, più lungo e un po' meno ripido, viste le condizioni di lei, e l'altro più breve per tornare alla base.  Tra l'altro è il secondo fine settimana di giugno e sarà l'ultima occasione per poter percorrere liberamente i sentieri; poi fino a settembre si potrà andare solo in gruppi accompagnati dalla guida del parco. Il sabato mattina arriviamo con una mezz'ora di ritardo rispetto a quanto prefissato: purtroppo Giuli in quello stato soffre il mal

VACANZE A RIMINI

 PRIMA…  È in arrivo l’estate 1991. Insieme ai miei due amici Francesco e Leonardo si decidono le prossime vacanze estive: una settimana a Rimini. Io però nei giorni immediatamente precedenti a questa avrei fatto un’altra vacanza di una decina di giorni in Svizzera, da alcuni miei parenti, che vado a trovare sempre molto volentieri. Francesco e Leonardo decidono allora di attaccare alla settimana pattuita anche quella precedente, sempre a Rimini; ci saremmo quindi incontrati lì. Arriva il periodo delle vacanze: io parto per la Svizzera con la mia renault 21; qualche giorno dopo anche loro per Rimini, con la uno di Leonardo. Io termino il mio periodo in Svizzera e li raggiungo a Rimini. Chiedo un resoconto della loro prima settimana. Nulla degno di nota, praticamente l’unico fatto che avrebbero volentieri evitato è stato lo smarrimento delle chiavi dell’auto di Leonardo; è dovuto partire in treno per Terni per prendere la copia, tornando il giorno dopo a Rimini.     LE TED